Come Evitare Lenti a Contatto Colorate di Scarsa Qualità

10
Nov

Le lenti a contatto sono accessori importanti, specialmente perché vengono utilizzati a contatto con i nostri occhi, una parte estremamente sensibile ed esposta che ha bisogno di qualche accortezza in più.

Negli ultimi anni l’uso e, di conseguenza, la vendita delle lenti a contatto è aumentata esponenzialmente, arrivando ormai ad essere di fatto un’aggiunta in più al makeup per le occasioni, o anche per quello di tutti i giorni. L’aggiunta delle lenti a contatto può modificare sensibilmente il look di ogni persona, andando a cambiare in maniera naturale (o anche meno) il colore delle iridi, di fatto diventando un modo per tentare scelte di trucco più audaci, ma anche idee che normalmente con la colorazione naturale dei propri occhi potrebbero non dare i risultati sperati.

Uno dei maggiori rischi del mercato, però, è acquistare prodotti di scarsa qualità, convinti da un prezzo economico, oppure semplicemente per scarsa conoscenza delle proprietà che una buona lente a contatto deve avere. Così come costoso non significa necessariamente alta qualità e sicurezza, lo stesso vale per i prezzi bassi, che potrebbero nascondere in realtà le giuste precauzioni per un uso sicuro delle lenti.

Come scegliere lenti a contatto sicure e di qualità?

Innanzitutto è necessario capire che esistono diversi tipi di lenti a contatto colorate e non. Il primo è il cosiddetto tipo “duro”, di PMMA (Polymethil Methacrylate), poi la tipologia morbida, i modelli RGP, le lenti a contatto ibride e quelle in hydrogel di silicone. Ognuna ha i suoi pro e contro, così come la loro casistica d’utilizzo migliore.

Prendiamo ad esempio le lenti rigide: sono ottime per le persone con difetti di astigmatismo, ma sono piuttosto scomode e richiedono lunghi periodi per adattarsi. Le lenti morbide, al contrario, sono piuttosto confortevoli, non presentano problemi se indossate a lungo, ma si sporcano molto facilmente in ambienti polverosi.

Cosa guardare in una lente a contatto colorata

I parametri a cui fare attenzione, però, sono molti, quindi basare la scelta solo su usa e getta VS riutilizzabili non basta. La permeabilità all’ossigeno, ad esempio, è un fattore fondamentale. Quando le lenti a contatto non fanno passare abbastanza ossigeno, è necessario usare i colliri per mantenere gli occhi idratati dopo alcune ore.

Stesso vale per la permeabilità all’acqua: più una lente assorbe le lacrime artificiali, meno comode sarà indossarle, finendo anche con l’aumentare il rischio di congiuntivite.

Un altro dato importante è lo spessore: alcuni occhi si adattano meglio ai modelli “ultrasottili”, sotto ai 0,04mm, mentre altri si trovano più a loro agio con uno spessore di 0.09mm oppure oltre.

Una volta fatta una “cernita” dei modelli accettabili per i propri occhi, si può allora ridurre la ricerca e focalizzarsi sui modelli giusti. Il consiglio di un esperto, però, è sempre indicato in questi casi: la salute degli occhi è importante, curiamocene come si deve

Le lenti RGP (Rigid Gas Permeable) sono una variante di lente a contatto dura, che sta più vicina all’occhio e permette a quest’ultimo di “respirare”, lasciando passare l’ossigeno. Come per i modelli duri menzionati prima, anche questi sono piuttosto scomodi, ma adatti soprattutto a chi vuole lenti a contatto riutilizzabili più volte.

Le lenti a contatto ibride sono, nuovamente, una buona scelta per chi soffre di astigmatismo, ma hanno come svantaggio il costo spesso elevato e la difficoltà ad essere indossate. Si arriva quindi alle lenti a contatto in hydrogel di silicone, che permette all’ossigeno di passare, piuttosto flessibili e un po’ più spesse delle lenti normali.

Il primo punto da affrontare è quindi capire per quanto tempo dovremo tenere indossate le lenti a contatto. Le lenti usa e getta sono più adatte all’utilizzo quotidiano, ma le lenti riutilizzabili sono perfette se si indossano con meno frequenza.

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